AGORAFOBIA

Recentemente si è constatata l'esistenza d'una malattia nervosa d'una specie tutta particolare: l'agorafobia. Numerose persone ne sarebbero affette; provano cioè un certo timore, un malessere ogni qualvolta devono attraversare una grande piazza vuota. Completiamo, allora, l'osservazione del medico con quella dell'artista. I personaggi di marmo o di bronzo, issati su piedistalli monumentali, sembrano colpiti dallo stesso male: preferiscono essere collocati su una piazza antica di dimensioni ridotte piuttosto che su una grande spianata vuota. Ma che dimensione debbono avere statue da situare in piazze gigantesche? Almeno il doppio o il triplo di quella umana, se non di più. Certe finezze artistiche in quei colossi sono quindi, escluse in anticipo.

Si capisce che l'agorafobia è una malattia recente, perché nelle piccole piazze antiche si sta bene. Se la nostra memoria conserva il ricordo d'uno spazio molto ampio, dipende dal fatto che nella fantasia la grandezza dell'impressione artistica ha sostituito la grandezza reale. Davanti al vuoto noioso e alla monotonia opprimente delle piazze gigantesche, gli abitanti delle graziose città antiche sono colpiti, anche loro, dalla nuova malattia. Nella memoria, infatti, quelle grandi piazze svaniscono un po' per volta e alla fine non ne resta che un ricordo assai vago ma, in definitiva, ancora fin troppo importante in rapporto alla nullità del loro effetto artistico.

Alcune piazze di dimensioni esagerate esercitano un'influenza negativa sugli edifìci che le circondano. Questi infatti non riescono mai, per così dire, ad essere abbastanza grandi. Anche se l'architetto ha tentato tutte le risorse della sua arte e disposto le masse meglio di chiunque altro, la sua composizione mancherà sempre di qualcosa e l'effetto prodotto resterà al di sotto dei mezzi intellettuali, artistici e materiali che si saranno messi in opera.
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PIAZZE IRREGOLARI >