CREMASTER WORKSHOP
 
Barney Museum

Il desiderio, il rispetto della disciplina, il risultato: queste -ha scritto Demetrio Paparoni- sono le tre fasi prospettate da Matthew Barney del viaggio iniziatico proposto nel ciclo di Cremaster.
Queste, dal nostro punto di vista, sono le fasi attraverso cui passa ogni progetto. E per questo abbiamo pensato di proporre agli studenti un progetto che assuma come senso simbolico e funzionale il percorso di Cremaster cercando di tradurre un desiderio dato -quello di Barney- in spazio architettonico.

La 'scalata inziatica' dell' Entered Apprentice Barney lungo gli emicicli del Guggenheim viene assunto come significato e generatore dell'idea di progetto: un percorso, cioè un museo (poichè il museo, dall'archetipo degli Uffizi al modello Durandiano, dalla rampa di Wright alla spirale quadrata di Le Corbusier, è un percorso), una successione di spazi che potranno essere dedicati alle figure etiche del viaggio di Barney (Jim Otto, Gary Gilmore, Houdini) e in cui si incontreranno le tentazioni (il balletto -il teatro holliwoodiano / l'opulenza della società americana-, la donna nella vasca, la donna felino -la sfinge / l'animale dantesco-, il caos proletario -la sfida rock-) fino a raggiungere il Maestro (the Architect / Hiram Abiff) che fonde la cera e la fa colare a ritroso, toccando tutti i luoghi del percorso.


Aimee Mullins in Cremaster 3 di Matthew Barney

Il progetto -localizzato nella stessa area stabilita dal corso per il progetto finale- sarà organizzato in 5 spazi distinti (cinque come gli anelli del Guggenheim e le parti di Cremaster con la loro numerologia simmetrica 4 / 1 / 5 / 2 / 3) che assumeranno come contenuto funzionale lo svolgimento delle successive azioni filmiche di Cremaster. Gli studenti potranno utilizzare un sistema di delimitazione spaziale per piani che individuano la successione degli spazi (Mies), oppure lavorare su 5 volumi distinti e intersecati (Gropius) o ancora individuare un unico recinto entro cui racchiudere la successione delle figure/spazio (Le Corbusier).
Si dovrà comunque prevedere l'installazione di cinque schermi su cui proiettare i diversi video del ciclo.
Particolare attenzione dovrà essere rivolta al passaggio da uno spazio all'altro, sia per enfatizzare il senso della progressione "come se passando da una stanza all'altra si approdi a qualcosa di sempre più difficile" (Paparoni), sia per considerare i diversi sistemi compresenti nel video: quello trasversale della 'scalata' di Barney e quello continuo -a ritroso- della cera che cola riunificando tutti i luoghi delle diverse azioni.

Gli studenti dovranno consegnare al termine dei tre giorni di workshop una tavola in formato A1 contenente piante, prospetti e sezioni del progetto ed un modello, tutto in scala 1:100.