[ Mark Wigley, su Deconstructivist Architecture, 1988 p.10 ]

L'architetto ha sempre sognato forme pure, la produzione di oggetti da cui ogni instabilità e disordine è stato escluso. Gli edifici sono costruiti prendendo geometrie semplici (cubi, cilindri, sfere, coni, piramidi e così via) e combinandole in insiemi stabili, seguendo regole di composizione che preservano ogni forma dal confliggere con le altre. A nessuna forma è permesso di distorcere le altre; tutti i conflitti potenziali sono risolti. Le forme contribuiscono armoniosamente ad un insieme unitario.
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L'Architettura è una disciplina conservativa che produce forme pure e le protegge da ogni contaminazione.
I progetti di questa mostra segnano una sensibilità differente, in cui il sogno della forma pura è stato turbato. La forma è stata contaminata. Il sogno è diventato una specie di incubo.
È la capacità di turbare il nostro pensiero sulla forma che rende questi progetti decostruttivisti. Non è che derivino dalla moda della filosofia contemporanea conosciuta come "decostruzione". Essi non sono applicazioni della teoria decostruttivista. Piuttosto emergono dall'interno della tradizione dell'architettura e sembrano mostrare qualche qualità decostruttiva.


Le Corbusier, La lezione di Roma, da L'esprit nouveau n.14, 1922-23
(illustrazione dell'articolo di Mark Wigley su Deconstructivist Architecture)