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03. l'oggetto analogico
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gruppo titolo l'opinione del prof. voto dei
colleghi
voto
del prof.
MEDIA

Bellomo
V.Messina
Paratore
Platania
Romano

HARING IN CROCE

Non proprio sorprendente come il mangiatore di omini di Haring, pur nella sua ignavia, la parolina "FACCIA" dispersa nel mondo dell'enigmistica (la matrice di lettere delle "parole crociate"), trasla efficacemente il 'metodo' di occultamento del segno proposto dal referente. La 'scopriamo' sulle diverse facce in ogni posa (orizzontale, verticale e diagonale: tre come gli assi dello spazio), ma questa ripetizione è anche rinuncia al parlare (sorprendendoci o meno) e un po' caduta nel tranello moltiplicatorio della trasposizione da piano a spazio.

Insomma l'analogia sembra perfetta, l'oggetto riproduce il modo con cui Haring ci 'sorprende' e cita anche la sua origine riproducendone i colori e la densità di texture: ma allora, perché non provare anche a farlo parlare? Il 'modo' serve, ma solo se si prova a dire qualcosa.
7,17 9 8,1

Barone
Mangione
So.Messina
Sabato
Saitta

IL RIFLESSO DEL TEMPO

Grondante di sabbia per difficoltà di sigillatura, ma concettualmente irreprensibile nella trasposizione spazio-temporale, l'orologio trafitto dalla clessidra materializza in simboli del Tempo lo sdoppiamento di Figure, generate da specchio e ombra, proposto dal referente. Di più, illumina l'orologio per proiettargli un'ombra e regalargli le lancette mancanti e gli attacca sotto uno specchio per riflettere la clessidra e invertire lo scorrere del tempo.

Sfortunatamente, da un lato mentre la clessidra perde un po' ma funziona, l'orologio è finto e senza lancette (o ne ha quattro invece di due), dall'altro, tra schermature, cavi, led, batterie e pulsanti, l'apparato d'illuminazione scalfisce come un foruncolo la levigata precisione dell'idea: una macchina perfetta tradita solo dalla tecnologia.
8,17 9 8,6

Ciancitto
Loria
Panarello
Sapienza
Torrisi

NEW YORK CUBE

Di fatto più vicino al caos della foresta amazzonica che alla complessità ortogonale degli incroci newyorkesi, l'oggetto avrebbe voluto districarsi tra le linee di Mondrian associando i segni colorati del maestro a categorie spaziali: rossi volumi, piani blu e linee gialle.
Buone intenzioni subito contraddette dal timore degli autori -immagino- di 'allontanarsi' dal referente: il rosso volume si dissolve in linee e i piani blu in anelli e, complici le limitate capacità artigianali, la fedeltà si risolve in sbilenca caricatura.

Ma siccome gli oggetti sono spesso migliori di chi li fa, resta almeno da un lato -quello che nelle intenzioni magari non si sarebbe dovuto vedere- la memoria di una buona idea.
9,00 6 7,5

Si.Messina
Montalto
Paterṇ
Tomasello
Veclani

PROSPETTIVE DEL TORMENTO UMANO

Correttamente dichiarata nella lettura del dipinto la presenza "di due 'mondi' da riprodurre in maniera tridimensionale", gli autori li riducono invece in piani: letteralmente il tavolato del 'ponte' per il primo e una lastra di plexiglass decorata da fascette colorate per il secondo.

L'oggetto si palesa così per quel che è: la ricostruzione miniaturizzata di una scenetta col vuoto sotto (NON un mondo) per inclinare il piano di calpestio, il pavimento e il cielo dipinti, e tanto di ringhiera per non cascare di sotto. E, come il bue e l'asinello nel presepe, non mancano i personaggi: le due figure nere dietro, crudelmente ridotte a piedritti della balaustra, e l'uomo urlante -perfetta rappresentazione dello "sconvolgimento emozionale"- in forma di tromba d'aria in fil di ferro.
La simmetria speculare della costruzione conferma in ultimo, anche l'incomprensione del sistema spaziale del referente
7,50 5 6,3

Azzarelli
Leocata
Mannile
Rubino
Vindigni

GREEN BIGLIA BLU

Contate un per una le bottiglie di Warhol (112), rilevata la scritta del marchio e persino la complementarietà di colore tra il rosso simbolo e le verdi icone, gli autori hanno subito rimosso ogni pensiero sul referente, affascinati dalle capacità moltiplicatorie del riflesso speculare.

Incuranti persino di aver detto verde e trovato invece una biglia blu, l'hanno chiusa tra specchi per ottenere la molteplicità agognata.
Un fallimento purtroppo, perché, per quanto si rigiri l'oggetto e si strizzino gli occhi, alla densità reiterativa del referente non ci si avvicina proprio.
Infatti, come sapeva bene Michelangelo Pistoletto quando costruì il suo metro cubo di infinito, la teorica infinità del riflesso speculare può esser vista solo da un punto: il centro tra tutti gli specchi.
Così l'oggetto non solo non dice nulla del referente, ma è proprio muto.
6,00 5 5,5

Patanè
Scafidi
Scatà
Scibilia
Zimmitti

ESPLOSIONE CUBICA

Più imploso che esploso, l'oggetto inverte -forse consapevolmente- tutti i rapporti del referente costruendo un centro piccolo e denso avvolto da ariosi involucri trasparenti al posto del grande nucleo chiaro circondato dalle spirali scure e costrette del referente.

La bella lettura della "rottura della sfera bianca (sovrapposizione dei colori) che va a sprigionare i colori primari che si diffondono nel vuoto" diventa così l'opposto: i colori sembrano invece inghiottiti dalle spirali trasparenti, ammassati al centro, e di certo tra poco spariranno occultati dalle vibrazioni dei piani sovrapposti.
Molto coerente alla 'quadratura' del cerchio nella trasposizione spaziale, l'interpretazione dei cerchi contrapposti delle 'spirali' del referente nella sequenza di contrapposizioni angolari dei volumi trasparenti.
7,33 8 7,7

Di Mauro
La Carta
Marino
Minniti
Vaccarella

KANDINSKIJ IN FORME

Bello e letteralmente informe, il tentativo di ricostruire nello spazio i segni di Kandinsky si traduce inevitabilmente in ammasso di insulse cianfrusaglie.

Catturati come zanzare e pappataci da una crudele tela di ragno, bacchette, molloni, finti volumi e colature surrealiste non ce la possono certo fare a riprodurre i delicati equilibri, le sovrapposizioni e le trasparenze dei segni del maestro.
Gli assi portanti diventano stella (e quello 'spezzato' non c'è), i piani-volumi ridotti a linee per non capitare davanti quando dovrebbero stare dietro e, nonostante la ragnatela, il rapporto degli elementi col bordo è di incastro invece che di sospensione.
Insomma, l'asinello del presepe si fa facilmente. Kandinsky, meno.
7,33 6 6,7