Il vetro è trasparente. L'uomo di vetro è trasparente. Gli si leggono i pensieri in testa. Non ha bisogno di parlare per comunicare. Non può dire bugie perché si vedrebbero immediatamente, a meno che egli non porti il cappello. Brutto giorno, nel paese, degli uomini di vetro, quello in cui viene lanciata la moda del cappello, cioè la moda di nascondersi i pensieri. Il vetro è fragile. La casa dell'uomo di vetro dovrà dunque essere tutta imbottita. I marciapiedi saranno tappezzati di materassi. Vietata la stretta i mano (!). Proibiti i lavori pesanti. Il vero medico del paese è il vetraio.
Il vetro può essere colorato. E' lavabile. Eccetera. Nella mia enciclopedia, al vetro sono dedicate quattro grandi pagine, e quasi ad ogni riga s'incontra una parola che potrebbe acquistare il suo significato nella storia degli uomini di vetro. Sta lí, nero su bianco, accanto a ogni sorta di notizie chimiche, fisiche, industriali, storiche, merceologiche, e non lo sa: ma il suo posto in una fiaba è assicurato. [...]

SOSTITUZIONE


Renè Magritte, La battaglia delle Argonne, 1959